Peggiori marche di olio d’oliva: ecco quali sono

L’olio d’oliva è un tesoro della nostra cucina, tipicamente mediterranea, ma ammettiamolo: non tutti gli oli sono all’altezza della loro fama. Anzi, alcuni sono delle vere e proprie fregature. Magari pensi di aver comprato un ottimo extravergine e invece ti ritrovi con un olio insapore, raffinato chimicamente o, peggio ancora, mischiato con chissà cosa.

Insomma, occhio alle etichette e alle trappole del mercato. Ti è mai capitato di assaggiare un olio e pensare: “Ma questo sa di plastica?” oppure “Sembra di bere acqua sporca?”. Ecco, in quei casi è molto probabile che tu abbia beccato un olio di bassa qualità. Insomma, bisogna stare abbastanza attenti a ciò che si compra.

L’olio di oliva di scarsa qualità

Purtroppo, non è raro trovare in commercio prodotti che sembrano olio d’oliva solo di nome, ma che in realtà hanno subito lavorazioni industriali aggressive che li privano di ogni caratteristica nutrizionale e organolettica. Un altro tranello sono le etichetti ingannevoli. Vedi scritto “olio d’oliva” e pensi di essere al sicuro? Sbagliato.

Se non c’è scritto “extravergine”, potresti trovarti davanti a un olio non trattato, deodorizzato, magari addirittura estratto con solventi chimici. E poi ci sono quelli con diciture vaghe tipo “miscela di oli comunitari” – traduzione: non sappiamo esattamente da dove arriva e, te lo dico seriamente: meglio non chiederselo e lasciarlo sullo scaffale.

La marca di olio d’oliva da non acquistare

Quando andiamo al supermercato ad acquistare l’olio d’oliva, dobbiamo tenere gli occhi aperti e stare attenti a cosa è esposto. Non facciamoci ingannare dal prezzo conveniente, perché bisogna sempre leggere l’etichetta apposta sulla bottiglia. Ma veniamo al punto: quali sono gli oli d’oliva che dovresti evitare come la pesta? Ecco una lista nera per non farti fregare più:

  • Olio d’oliva raffinato: processato con metodi industriali che lo privano di sapore e benefici.
  • Olio di sansa di oliva: estratto dagli scarti della spremitura con solventi chimici. Economico, ma davvero pessimo.
  • Olio d’oliva miscelato: un mix di oli di dubbia provenienza, spesso con solo una piccola percentuale di extravergine.
  • Olio con acidità elevata: un segnale che indica un olio scadente.
  • Olio venduto a prezzi stracciati: se costa poco, c’è sotto qualcosa. Un buon extravergine ha costi di produzioni alti.

Ora che sai da quali oli stare alla larga, come si sceglie un buon olio? Prima di tutto, leggi le etichette bene. Le diciture 100% italiano o DOP/IGP sono garanzia di qualità. Se trovi scritto il nome della varietà di oliva usata è un ottimo segnale: significa che il produttore ci tiene alla trasparenza.

Infine, se vuoi davvero andare sul sicuro, acquista l’olio direttamente da un frantoio o da un produttore di fiducia. Certo, magari costa qualche euro in più alle bottiglie del supermercato, ma la differenza nel sapore e nei benefici è abissale. E poi, diciamocelo: se stai attento a scegliere una buona pasta o un buon vino, perché dovresti accontentarti di un olio scadente?

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